SAMATHA – coltiva la quiete meditativa o tranquillità. Nella vita quotidiana la mente si distrae, attratta da tante cose, l’attenzione è sfuggente (violinista nel metrò) si sposta in genere tra la sonnolenza e agitazione. Questa pratica, attraverso l’uso della concentrazione, educa la mente a raccogliersi e focalizzarsi su un oggetto prescelto coltivando la tranquillità, la stabilità e la chiarezza.
A seguire sono elencati alcuni tipi di meditazione samatha (shinè in tibetano) :
Meditazione Yogica
La meditazione nello yoga è prevalentemente una meditazione di concentrazione quindi Samatha. Non a caso il fine ultimo per uno yogi è il Samadhi, uno stato mentale di totale pacificazione nell’assorbimento meditativo (enstasi).
Concentrare la mente vuol dire portare e mantenere, per un tempo più o meno prolungato, l’attenzione su un oggetto prescelto. Più a lungo si mantiene l’attenzione in aderenza all’oggetto, più si entra in profondità, si procede nel percorso fatto di stadi (dharana, dhyana, samadhi) che porta al raggiungimento del Samadhi (beatitudine, enstasi).
La meditazione yogica, ma non solo yogica, più praticata soprattutto all’inizio del percorso è quella sul respiro, in varie modalità concentrative; c’è inoltre il tratak, che è la concentrazione sulla candela e la sua fiamma. Poi tipica dello yoga è la meditazione sulle tre cupole del corpo (addome, torace e cranio). Inoltre è importante ricordare le meditazioni sui cakra e sui canali energetici, ed anche sul mantra.

Meditazione di visualizzazione
Tipica del buddismo tibetano, consiste nel concentrare la mente su una immagine per poi riprodurla ad occhi chiusi, visualizzando al meglio l’oggetto di attenzione anche nei singoli dettagli.
Nel buddismo si utilizzano immagini che rappresentano le varie personificazioni del buddha o degli yantra (simboli geometrici), ma è possibile concentrare la mente su qualsiasi immagine o simbolo (non necessariamente religioso) che abbia un senso benefico per il praticante.